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Split crest

Split crest

Diverse scuole, metodiche e protesi

La perdita di elementi dentali, che dipenda da un trauma, un’infezione parodontale profonda o una carie mal curata, provoca sempre un importante riassorbimento osseo che, a sua volta, modifica il profilo delle creste mascellari.

L’atrofia ossea è un problema da tenere in grande considerazione nel momento in cui si sceglie d’intervenire sul paziente con la protesizzazione fissa endossea. Se non si procede con un efficace intervento di rigenerazione ossea pre-protesica, gli impianti possono risultare esteticamente inadeguati o, addirittura, poco stabili e meccanicamente inefficaci.

Le creste ossee sono costituite da tre parti distinte:

  • La corticale vestibolare o esterna,
  • La corticale palatale o interna,
  • La midollare.

L'espansione ossea di queste strutture anatomiche è ottenibile tramite diverse tecniche tra cui si distingue, per rapidità d’intervento ed efficacia, quella dello split crest. Questa prevede la separazione chirurgica delle due corticali con spostamento in avanti della vestibolare. E meccanismi di guarigione successivi sovrapponibili a quelli delle fratture ossee.

Per scegliere questa tecnica, piuttosto che un’altra, è necessario che l’anatomia del paziente risponda a determinati requisiti:

  • la zona midollare deve avere uno spessore minimo pari a 3 mm.
  • devono essere presenti almeno 10 mm di dimensione verticale (in altezza) dell’osso crestale residuo
  • l’inclinazione vestibolare della cresta residua non deve essere eccessiva

Lo split crest è l’unica tecnica in grado di garantire un aumento di spessore importante della cresta ossea, dell’ordine di almeno 5 mm. In questo modo si possono posizionare facilmente gli impianti endossei, favorendo il carico immediato e quindi la riduzione del numero degli interventi, dei disagi del paziente e, in ultimo, anche dei costi.

Attualmente lo split crest viene utilizzato soprattutto per l’arcata dentale superiore. Ciò è dovuto alla consistenza di quest’ultima, più adatta rispetto a quella inferiore, e al fatto che in quella sede si possano più facilmente abbinare altre tecniche d’incremento osseo, come le griglie in titanio.

Articolo a cura di Dentisti-Italia.it

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